11 aprile 2006

I giochi sono fatti (o no?)

Cari amici,
i giochi sono fatti. Certamente, ora la CdL chiederà di ricontare i voti alla ricerca dei già paventati brogli dei biechi comunisti (sono curioso di vedere che succede: certamente una strategia per questa eventualità è stata programmata), ma la sostanza è chiara: è un pareggio.
Nonostante il premio di maggioranza alla Camera, e anche nell'ipotesi che gli italiani all'estero abbiano votato in massa per l'Ulivo, dubito che ci siano i numeri perché il centrosinistra governi. Il compito di Ciampi sarà estremamente delicato, e francamente non glielo invidio: potrebbe dover sciogliere le camere appena costituite? Certamente, un tentativo di formare un governo ci sarà. Ma, a meno che si scopra che Casini era Dario Fo in un riuscito travestimento teatrale, secondo me non funzionerà.

Al di là degli ovvi proclami incrociati che ci toccherà ascoltare, ritengo chiaro che il risultato sia innanzitutto un successo di Berlusconi, un successo personale, grazie a una strategia sicuramente spregiudicata ma indiscutibilmente efficace. Ha totalmente oscurato le altre ipotetiche "punte" della CdL, e paradossalmente persino il successo dell'UDC è merito suo: sono sicuramente voti di persone magari disgustate dalla rozzezza e dal populismo di B., ma sensibili alle considerazioni "di schieramento" che ha usato a piene mani.

Io, come elettore di centrosinistra, non posso considerarmi soddisfatto. Nel mio piccolissimo, mi considero sconfitto due volte, poi, per l'evidente connotazione di questo voto. La strategia di B., efficace come detto, ha avuto come obiettivo fondamentale l'eliminazione del voto di opinione. Si trattava di costringere gli italiani a votare "con la pancia", a rivoltarsi contro la prospettiva di essere governati dal "nemico". In questo senso, nessuna esternazione era troppo radicale, purché fosse immediatamente riconducibile alla viscerale appartenenza alla propria parte.

Nessun bilancio, nessuna valutazione oggettiva possono cambiare il modo in cui noi ci consideriamo come persone: e lo scopo, raggiunto, di B. è stato quello di far sentire il voto come una manifestazione della propria identità anziché delle proprie opinioni e addirittura dei propri interessi. Rimango dell'idea che nessuna valutazione da "agente razionale", se non per chi si colloca in una limitata fascia obiettivamente favorita dalle azioni del governo, potesse condurre alla scelta di votare centrodestra; a questa opinione, sicuramente radicale e pertanto contestabile, non ho trovato nessuna controargomentazione sostanziale nell'intera campagna elettorale.

Ma forse non ce n'era bisogno: nessuno di noi è un agente razionale. Se ciascuno si chiedesse sinceramente in quali circostanze potrebbe votare per la parte opposta, mi sembra chiaro che molti dovrebbero rispondersi "mai". Piuttosto, negherebbero l'esistenza delle circostanze stesse, qualora si verificassero. Io, per primo, non potrei mai votare Berlusconi. La destra sì, le mie idee non sono così radicali da non vedere che in una certa fase storica un governo di destra di un certo tipo potrebbe fare cose positive per l'Italia (ad esempio, io credo che si dovrebbero abolire da domattina le pensioni di anzianità e di reversibilità, e portare l'età pensionabile a 65 anni per tutti); ma B. non potrei mai votarlo, per un'incompatibilità profonda di tipo etico e anche comportamentale.

L'esercizio è teorico, ovviamente, perché B., proprio perché è come è, non potrebbe mai condurre la politica di destra sana di cui questo paese avrebbe bisogno (così come c'è anche più bisogno di una sana politica di sinistra). Analogamente, sono convinto che la "pancia" di molti elettori di destra abbia condotto a un voto di appartenenza alla tribù (senza offesa: è simmetrico).

Con questo, chiudo questa parentesi in cui mi sono dedicato al ruolo di analista part-time. Come dicevo, il risultato che nel mio piccolissimo mi proponevo è sicuramente rimasto non raggiunto, ma a volte si tenta anche l'improbabile.

Ciao a tutti,
Mac.

3 Comments:

At 11:06, Anonymous Anonimo said...

Buona notte..
molto bene, e vedete quanto duro trovare i buoni luoghi, non come
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Rispetto.

 
At 14:18, Anonymous Anonimo said...

Assistiamo in questi giorni a valanghe di soldi pubblici che, con l'eslpicito assenso dei pù ed il tacito accordo di tutti, corrono al capezzale della grande finanza e delle imprese in crisi per tentare di mettere in atto un "salvataggio"!
Perche' non fare altrettanto per color che lottano quotidianamente per sopravvivere all'indigenza e alla precarietà? Perchè i soldi per i più deboli non ci sono mai e per "loro" sempre? II Governo Berlusconi, in totale assenza di opposizione ed in sostanziale continuità con quanto ereditato da Prodi, ha deciso di sostenere senza riserve le pretese di Confindustria ed in nome del liberismo sta pesantemente attaccando i diritti ed i salari dei lavoratori, dei pensionati e delle loro famiglie. Questo governo si occupa solo dei banchieri, dei palazzinari, delle imprese, degli “amici degli amici”, riservando lacrime e sangue ai ceti popolari, come testimonia un rapporto redatto sulla base di dati forniti dalla Banca Europea, per cui 120 miliardi di euro sono stati dirottati dai lavoratori alle imprese. Invece di mettere mano a questa vera e propria emergenza, la "TRIADE" Governo-Confindustria-Sindacato ha avviato la stagione del definitivo smantellamento di salari, pensioni, scuola, sanità, giustizia, sicurezza. E’ in atto un evidente tentativo di cancellare le conquiste ottenute dai lavoratori grazie a decenni di dure lotte ed enormi sacrifici. E’ in atto la “svendita totale” della res pubblica per affermare la supremazia degli interessi dei “padroni” rispetto a quelli della “gente”!
NON POSSIAMO PERMETTERLO!
E’ ORA DI FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE!
E’ arrivato il momento, considerata la latitanza di tutti i sindacati - ovvero di quelle organizzazioni nate e finanziate dai lavoratori per la difesa e la tutela del lavoro - di comunicare alle OO.SS. medesime, per iscritto, a firma di tutto il personale delle varie amministrazioni, l'intenzione di non voler più contribuire al “loro-sostentamento” se a breve tempo non saranno in grado di fare il loro mestiere: adeguare salari e pensioni al costo della vita. Cosa che avrebbero già dovuto fare, con fermezza e determinazione, ma che, invece, la loro “inadempienza” ha trascurato, portando il mondo del lavoro ad essere lo scarto della nazione.
>>>SOSTIENI ANCHE TU LA NOSTRA BATTAGLIA SU: http://statali.blogspot.com

 
At 12:11, Anonymous Anonimo said...

Bonjorno, elezioni2006.blogspot.com!
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