01 aprile 2006

Come ha operato il governo? 9: la credibilità

Oggi, sui giornali, si leggono le previsioni che il buon Tremonti fa sull'andamento dell'economia (ovviamente, ammesso che rivinca il centrodestra). Assicura che sarà rispettato l'"obiettivo" (già molto negativo) del 3,8% di deficit per il 2006.
C'è da credergli? Come dobbiamo accogliere le dichiarazioni di Tremonti e Berlusconi sui programmi del centrodestra per l'economia?

Per rispondere a questa domanda, che è una domanda chiave, ho voluto controllare le precedenti dichiarazioni programmatiche dei due. No, non parlo di quelle fatte nella campagna elettorale 2001, quelle le considero un fatto puramente teatrale, una fiction.

No, parlo di quelle fatte nell'esercizio delle loro funzioni di governo. Sono andato sul sito del Ministero dell'Economia, dove si trovano i DPEF contenenti gli obiettivi programmatici di governo per l'economia a partire da quello emesso nel 1997 per il 1998. Ho ripreso le previsioni fatte dal governo per alcuni degli indici chiave, e i relativi dati reali (quelli che ho già pubblicato in post precedenti, a parte un piccolo aggiornamento del PIL 2005 che nel frattempo è stato corretto dall'Istat). Il risultato è chiarissimo:


Nel periodo in cui governava l'Ulivo, i risultati erano più o meno vicini alle previsioni, che forse risultavano in media un po' più ottimistiche della realtà.

Dal 2001, col centrodestra al governo, il programma economico e finanziario non ha niente a che vedere con quello che poi è realmente successo. Pura fantascienza: il governo spara numeri a casaccio, e l'economia nel frattempo è fuori controllo (in negativo, ovviamente). Facile immaginare gli effetti sulla nostra credibilità internazionale.

La prossima volta che siete tentati di credere a quello che annunciano Tremonti e Berlusconi, date un'occhiata a questi grafici.

Come ha operato il governo? 8: le tasse

In questi giorni, infuria la polemica sulle tasse.
Un giorno sembra che tutti vogliano abbassarle, un altro che tutti abbiano piani nascosti per alzarle. Il centrodestra, poi, ci tiene a qualificarsi come benevolo riduttore delle tasse (o imposte: non facciamo qui la distinzione): a sentir loro, hanno "abbassato le tasse come mai prima nella storia d'Italia".
Vediamo. La pressione fiscale è uno di quegli indicatori "derivati" che mi fanno venire il mal di capo. In altre parole, si calcola secondo un qualche criterio a partire dalle varie voci di entrata dello Stato, e alla fine vengono spesso numeri un po' diversi. Visto che, come ho già segnalato, quello che considero il migliore sito di economia su web è www.lavoce.info, mi attengo al loro criterio per calcolare la pressione fiscale al netto dei condoni (che alzerebbero in modo anomalo, ad esempio, la pressione fiscale del 2003):


Cosa si vede dal grafico? Che le tasse raggiungono un picco nel 1997 (l'anno dell'ingresso nell'Euro) e poi tornano ai livelli precedenti (poco sopra il 41%). Negli anni del governo di centrodestra, c'è prima una tendenza alla diminuzione, poi una leggera risalita. Onestamente, però, poca roba: tra 2005 e 2001 c'è lo 0,70% di differenza. Davvero niente di epocale: sono altri i fattori determinanti dell'economia.

Tutto qui, direte voi? E val la pena di fare tutto questo baccano? Ovviamente no; ma, si sa, le tasse sono un tema che "fa audience"...

29 marzo 2006

Come ci vedono in America?

Una risposta, purtroppo pessimistica, la dà un interessante articolo di Newsweek:
http://www.msnbc.msn.com/id/12019244/site/newsweek/#storyContinued

l'Italia ne esce come "la mela marcia d'Europa", e Berlusconi come minimo come un governante chiacchierone e incapace. L'articolista esprime il timore che neanche l'eventuale elezione di Prodi possa invertire il nostro declino. Speriamo di no...